A Chorus Line

A Chorus Line

A Chorus Line è un musical originariamente concepito dal regista e coreografo Michael Bennett, che lo mise in scena per la prima volta allo Shubert Theatre di Broadway il 25 luglio 1975 e dove rimase in cartellone 15 anni per un totale di 6.137 repliche. Lo show fece così tanto scalpore da essere rinominato come il “Re dei Musical”: vinse 9 Tony Award (tra cui miglior musical, miglior regista, miglior libretto, miglior attrice, migliori musiche, miglior coreografo etc…), un premio Olivier Award per il miglior musical e un Premio Pulitzer per la drammaturgia. Successivamente, nel 1985, la Columbia Pictures ne distribuì la versione cinematografica, con adattamento di Arnold Schulman e regia di Richard Attenborough e con Michael Douglas nel ruolo del regista Zach.

A Chorus Line racconta il dietro le quinte di uno spettacolo teatrale, mostrando l’impegno, la fatica, i sogni e il sacrificio di chi vuole disperatamente farcela. La genialità della trama sta tutta nella sua semplicità, un’opera di teatro nel teatro. Alcuni giovani pieni di speranze stanno facendo dei provini per un lavoro come ballerini di fila in un musical. Ragazzi e ragazze pronti a sgambettare sotto i riflettori traslocando da una città all’altra, col cuore protetto dalle insegne al neon (in americano li chiamano “gipsies”, zingari) si “confessano” in palcoscenico sulla “chorus line”, la linea bianca che delimita lo spazio del balletto di fila da quello delle star.

Lo spettacolo ha inizio nel mezzo di una coreografia jazz che il coreografo Zach sta spiegando ai ballerini. Mentre continua l’audizione, i ballerini cantano i loro timori e la speranza di ricevere il lavoro. Dopo aver giudicato i ballerini, Zach procede ad eliminarne la maggior parte, lasciandone 17, 9 ragazze e 8 ragazzi, che si sistemano in fila. Larry, l’assistente di Zach, raccoglie le loro foto e i loro curricula e i ballerini procedono dicendo il loro nome, la loro età e la loro città di provenienza uno ad uno. Sono tutti pronti a farsi giudicare dal regista per aggiudicarsi un ruolo di linea nello spettacolo di prossima produzione, raccontandosi e condividendo con lui le loro storie. Come nello spettacolo, così nella vita reale, gli stessi artisti, a ogni alzata di sipario, portano in scena loro stessi, determinati nel dimostrare chi sono.

A Chorus Line è soprattutto un omaggio al teatro, all’etica del “si va in scena”, dei sacrifici occulti che gli attori sostengono e dei traumi che vivono, perché ogni volta che si apre il sipario ciascuno porta alla ribalta un pezzo della propria vita. Ed ecco quindi brandelli di vita vissuta, ora amari, ora buffi, ora divertenti, come una seduta psicoanalitica cantata e ballata. Nel musical probabilmente sapete come va a finire, qualcuno verrà scelto, qualcun altro no (tu, tu, tu, tu e gli altri a casa, la prossima volta, grazie), ma tutti alla fine, come per magia, appariranno in lustrini, paillettes a dirci cantando One, il motivo più orecchiabile dello show, che si tratta comunque di una “singular sensation”.

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