Non è un momento facile per il rock e non lo è per chi come il sottoscritto è cresciuto con una convinzione: che il rock potesse cambiare il mondo. Nuove mode, tendenze, generi e contaminazioni musicali si affacciano alla ribalta planetaria veicolati dal web e dai social, l’hip hop e le varie sfaccettature della musica di parola hanno fatto breccia nelle nuove generazioni ad ogni latitudine; ma che ne è del caro e vecchio rock’n’roll? School of Rock è qui per dimostrare che lo spirito del rock, che è una visione della vita e del mondo, è ancora vivo e vegeto.
Il riferimento per il musical messo in scena dal regista Massimo Romeo Piparo è naturalmente il film cult con Jack Black il maestro di musica capace di portare una ventata nuova in una scuola tradizionalista celebre per il rigore e l’etichetta. Dewey Finn è un chitarrista non più giovanissimo che continua a coltivare il sogno di diventare una star con una band dalle tinte metal. Il rockettaro, interpretato da uno straripante Lillo, vive a sbaffo in casa di un amico insegnante, già compagno di sogni in gioventù ma poi convertitosi ad un più sano realismo dalla sua acida fidanzata che mal sopporta la presenza dell’eccentrico inquilino. Il protagonista intercetta una telefonata destinata all’amico che si rivelerà una inaspettata occasione di riscatto. Una prestigiosa scuola è infatti alla ricerca di un supplente e Dewey Finn non ci pensa due volte, si finge l’amico e si presenta dalla preside per il colloquio con l’obiettivo di accaparrarsi il posto.
Lillo, con i suoi tempi comici perfetti, calza perfettamente nel ruolo di un insegnante che porterà scompiglio nella scuola. Gli scolari, ragazzini dodicenni abituati a balzare sull’attenti davanti a severi professori d’altri tempi, restano dapprima spiazzati di fronte agli atteggiamenti del nuovo insegnante ma ben presto si faranno coinvolgere dagli atteggiamenti irriverenti e scanzonati di un uomo che conosce una sola materia: il rock in qualunque sua declinazione. Le lezioni diventeranno presto delle vere e proprie jam session durante le quali i talenti artistici degli studenti verranno via via esaltati. Lezione dopo lezione, Lillo sarà capace di mettere in piedi un vero e proprio gruppo rock con voci, batteria, basso, chitarra e tastiere che avrà come unico obiettivo quello di partecipare ad un importante concorso tra band. Il percorso sarà lastricato di imprevisti ed ostacoli. I genitori degli studenti, il corpo docenti, l’amico e la sua fidanzata remeranno tutti contro il supplente ed i ragazzini ormai totalmente calati nella parte di giovani musicisti rock. Alla fine di varie peripezie, la band chiamata “School of rock” salirà finalmente sulla scena e potrà investire il pubblico di energia e decibel sfoderando tutto il talento fino a quel momento sopito. Accanto a Lillo, si muovono i bravissimi ragazzi dell’Accademia Sistina, tutti talentuosi musicisti che sul palco suonano rigorosamente dal vivo e che lasciano trapelare tutto il loro entusiasmo e l’immedesimazione nello spettacolo. Una menzione particolare è per la Preside, capace di incantare la platea nientemeno che con i celeberrimi vocalizzi del Flauto Magico di Mozart, unica nota classica in un mare di citazioni rock.
Lo spettacolo ottimamente diretto, è divertente, trascinante e soprattutto ci ricorda la forza sovversiva del rock, una musica nata negli anni ’50 per infrangere le convenzioni e le regole del mondo adulto. Una musica per chi è giovane e per chi lo resta dentro per sempre come il protagonista interpretato da uno scatenato Lillo.