Parco Reale e Giardino Inglese
Il Parco reale, parte integrante del progetto presentato dall’architetto Luigi Vanvitelli ai sovrani, si ispira ai giardini delle grandi residenze europee del tempo, fondendo la tradizione italiana del giardino rinascimentale con le soluzioni introdotte da André Le Nôtre a Versailles. La scenografica “via d’acqua” con fontane animate da sculture di soggetto mitologico e giochi d’acqua è alimentata dall’Acquedotto Carolino, grandiosa opera d’ingegneria mediante la quale il Vanvitelli provvide all’approvvigionamento idrico del Palazzo e delle sue fontane.
Il percorso si conclude con la cascata che sovrasta la Fontana di Diana ed Atteone, punto nodale dell’asse prospettico che parte dal viale antistante la Reggia, fende il Palazzo ed attraversa l’intero Parco. A destra della Fontana di Diana e Atteone, su di una superficie di 23 ettari di terreno, si apre il Giardino Inglese, voluto dalla regina Maria Carolina d’Asburgo, moglie di Ferdinando IV di Borbone e progettato dall’architetto Carlo Vanvitelli e dal botanico John Andrew Graefer.
Boschetti, praterie, corsi d’acqua e pittoreschi laghetti fanno di questo spazio un classico esempio di giardino informale o di paesaggio, dove la natura sembra esprimere liberamente tutto il suo fascino sottraendosi a rigidi schemi geometrici. Un paesaggio che fonde elementi naturali ed artificiali, architetture di servizio e finte rovine come quelle del tempio Italico e del Criptoportico, elementi che, insieme al teatro dell’Aperia al Bagno di Venere ed alla fontana del Pastore, si rivelano come tracce di un antico passato conservate e riutilizzate.
Molte sono le specie vegetali esotiche qui introdotte tra fine Settecento ed inizio Ottocento, anche grazie ai rapporti diplomatici con altri Stati europei e destinate ad essere riprodotte e diffuse nei numerosi siti reali ed orti botanici del Regno borbonico.
Il Giardino Inglese luogo di delizie, è stato anche laboratorio di sperimentazione botanica ove numerosi esemplari furono classificati per la prima volta da illustri naturalisti e botanici tra cui si segnalano Michele Tenore, Giovanni Gussone e Nicola Terracciano.
Arte a Palazzo dai Farnese ai Borbone
Il riordino delle collezioni reali ed il conseguente riallestimento degli Appartamenti Storici così come il restauro ed il recupero alla pubblica fruizione di ambienti finora utilizzati come deposito di manufatti ed arredi sono stati i capisaldi di un progetto di implementazione e diversificazione dell’offerta museale che mira a proporre al visitatore la possibilità di scegliere le modalità, i tempi e le tematiche più aderenti ai propri interessi culturali.
Visitando i maestosi saloni degli Appartamenti Storici ed i nuovi spazi della Quadreria e del museo delle Arti Decorative, si ripercorre la storia della dinastia borbonica che governò il Mezzogiorno per centoventisei anni, dal 1734 fino all’Unità d’Italia nel 1860. Le scelte artistiche e culturali che sottesero le molteplici committenze reali sempre ispirate a precise volontà celebrative trovarono nella Reggia di Caserta l’espressione più compiuta e grandiosa della volontà di affermare il ruolo del Regno di Napoli nel contesto geo-politico europeo a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento. L’architetto Luigi Vanvitelli è stato il geniale realizzatore.