Sebastião Salgado, uno dei più grandi e celebri fotografi internazionali che grazie al linguaggio diretto ed evocativo delle immagini ha saputo portare all’attenzione del mondo intero temi cruciali della contemporaneità (da quelli sociali a quelli della sostenibilità ambientale e dell’equilibrio tra uomo e natura), fa scalo a Milano presso la Fabbrica del Vapore con la mostra Amazônia, in programma dal 12 maggio al 19 novembre. Con oltre 200 fotografie esposte, Amazônia propone ai visitatori un’immersione totale nella foresta amazzonica, invitandoli a riflettere sulla necessità di proteggerla. L’esposizione si sviluppa attorno a due leitmotiv: il primo è costituito dalle fotografie di ambientazione paesaggistica, poste a diverse altezze e presentate in diversi formati, con le sezioni che vanno dalla “Panoramica della foresta” in cui si presenta al visitatore l’Amazzonia vista dall’alto, a “I fiumi volanti”, una delle caratteristiche più straordinarie ovvero la grande quantità d’acqua che si innalza verso l’atmosfera. La forza devastante delle piogge è raccontata in “Tempeste tropicali”, mentre “Montagne” presenta i rilievi montuosi che definiscono la vita del bacino amazzonico. Si prosegue con la sezione “La foresta”, uno straordinario tesoro della natura, per finire con “Isole nel fiume”, l’arcipelago che emerge dalle acque del Rio Negro.
Il secondo gruppo di immagini, invece, è dedicato alle diverse popolazioni indigene immortalate da Salgado nei suoi numerosi viaggi, con le fotografie che riprendono i piccoli e isolati insediamenti umani nel cuore della giungla, le classiche “ocas”, tipiche abitazioni indigene. I riflettori sono puntati sugli “Awá-Guajá” che contano solo 450 membri e sono considerati la tribù più minacciata del pianeta, o gli “Yawanawá” che sul punto dell’estinzione hanno ripreso il controllo delle proprie terre e la diffusione della loro cultura, fino ai “Korubo”, fra le tribù con meno contatti esterni con il mondo: proprio la spedizione di Salgado nel 2017 è stata la prima occasione in cui un team di documentaristi ha trascorso del tempo con loro.
La visita alla mostra è accompagnata da una traccia audio composta ad hoc da Jean-Michel Jarre e ispirata ai suoni autentici della foresta, come il fruscio degli alberi, i versi degli animali, il canto degli uccelli o il rumore dell’acqua che cade a picco dalle montagne. Integrano l’esposizione anche due sale di proiezione dedicate a due temi differenti: in una è mostrato il paesaggio boschivo, le cui immagini scorrono accompagnate dal suono del poema sinfonico Erosão, opera del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos (1887-1959); nell’altra sono esposti alcuni ritratti di uomini e donne indigeni con il sottofondo musicale composto dal brasiliano Rodolfo Stroeter.
Prodotta e promossa da Comune di Milano Cultura, da Fabbrica del Vapore e Contrasto in collaborazione con Civita e General Service Security, la mostra è curata da Lélia Wanick Salgado, compagna di viaggio e di vita del grande fotografo che ha recentemente ricevuto dal sindaco di Milano Giuseppe Sala il prestigioso Sigillo della Città con cui ha stretto da molto tempo un rapporto speciale: “Ho nella memoria tanti momenti importanti che hanno in comune il mio lavoro e la bellissima città di Milano – afferma Salgado – dove ho esposto tutte le mie più importanti mostre, compresa Bambini in Cammino nel 2001 ai Martinitt e ho anche partecipato con entusiasmo all’EXPO 2015. Sono felicissimo e grato a Milano e ai milanesi di essere di nuovo qui (…)”.
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