In quarantacinque anni di carriera Anna Oxa ha cambiato pelle innumerevoli volte, spiazzando sempre. Con i look, certo, ma anche con le sue evoluzioni musicali. Sul palco dell’Ariston, a Sanremo, che ha spesso ospitato le sue trasformazioni, non è mai passata inosservata. Nemmeno quest’anno, nel bene o nel male, a seconda dei punti di vista (ma chi gliel’ha fatto fare di uscire dal suo castello dorato per gettarsi nella mischia in mezzo a rapper e beniamini della Generazione Z?). Dalla cotonatura sfoggiata nell’’82 per “Io no” al look da Avatar del 2011 per “La mia anima d’uomo”, passando per il tubino nero aderentissimo con il quale scese le scale del teatro nell’’’84 per “Non scendo”, l’ombelico scoperto e il cappucio dell’’86 per “È tutto un attimo”, la folta chioma biondo platino dell’’’88 per “Quando nasce un amore”, l’ennesima metamorfosi del ’99 per “Senza pietà”, l’enigmatica esibizione del 2006 con “Processo a me stessa”. Il tutto tra rock, ballatone ultraclassiche e anche new age. La grandezza di questa diva della musica pop italiana è racchiusa in una discografia che - esclusi album di cover e raccolte - si compone di quattordici album, tutti diversi tra loro: li abbiamo messi in ordine, dal peggiore al migliore.
14. "Anna non si lascia", 1996Nel 1996 Anna Oxa ha già pubblicato nove album di inediti, partecipato otto volte al Festival di Sanremo (arrivando seconda all’esordio nel ’78 con “Un’emozione da poco” e vincendo la kermesse nell’’88 con “Ti lascerò” insieme a Fausto Leali) e inciso perle come “Non scendo”, “È tutto un attimo”, “Quando nasce un amore” e “Donna con te”. Con quasi vent’anni di carriera alle spalle, la diva si sente pronta per far spedire nei negozi questo “Anna non si lascia”, che rappresenta per lei una svolta musicale, all’insegna di suoni e generi conosciuti durante un intenso viaggio in India. Dal singolo “Spot” a “Porco mondo”, passando per “Notturno”, “Bianca luna” e “La voce e il cuore”: le canzoni non sono così memorabili e il disco non riscuote un grande successo commerciale, spingendo la Oxa a ripresentarsi per la nona volta in diciannove anni di carriera al Festival di Sanremo, dove con “Storie” arriverà seconda.
13. "Ho un sogno", 2003“Io sono quella che sono / è questa la verità / domande e contraddizioni / eterna instabilità / io sono quella che sono / leggera scontrosità”, canta Anna Oxa nella prima strofa di “Questa sono io”. Anticipato dalla partecipazione al Festival di Sanremo con “Cambierò”, dove si classifica clamorosamente quattordicesima, appena quattro anni dopo il trionfo con “Senza pietà”, “Ho un sogno” è un disco caratterizzato da toni riflessivi e intimisti con il quale a 42 anni la diva rivendica la sua alterità rispetto alla scena pop italiana.
12. "Anna Oxa", 1979Passa appena un anno tra il debutto con “Oxanna” e questo secondo disco, dal titolo eponimo. La penna di Fossati torna al servizio della nascente diva, per “Matto”. Come singolo di traino viene però scelto “Il pagliaccio azzurro”, adattamento in italiano - firmato da Paolo Amerigo Cassella, già al fianco di Riccardo Cocciant, Fiorella Mannoia, Patty Pravo e Mia Martini - di “Till it shines”. Non è l’unica cover presente nel disco: “Un’altra me” è la versione in italiano di “The other Side of me” di Neil Sedaka, “Notti per due” quella di “Because the night” di Bruce Springsteen incisa l’anno precedente da Patti Smith. Peccato che gli adattamenti non si rivelino del tutto all’altezza del talento della Oxa.
11. "Di questa vita", 1992Dopo i successi della seconda metà degli Anni ’80, che l’avevano consacrata come una delle più grandi interpreti della sua generazione, con “Di questa vita” la Oxa decide di spiazzare, spedendo nei negozi un disco in cui prova a unire sonorità pop-rock - le musiche sono firmate dal compagno Gianni Belleno, batterista dei New Trolls, conosciuto dopo la crisi con il marito Franco Ciani, quest’ultimo sposato nell’’82 - con testi impegnati. In “Mezzo angolo di cielo”, brano trainante dell’ellepì, la cantante affronta temi religiosi, legati a Dio e alla sua indifferenza di fronte ai drammi degli uomini. Peccato che il risultato finale sia un po’ troppo pretenzioso. Si confermerà interprete senza rivali nei due anni successivi con i dischi di cover “Cantautori” e “Cantautori 2”, contenente le sue versioni di brani come “Futura” di Lucio Dalla, “Avrai” di Claudio Baglioni, “Diamante” di Zucchero, “Bocca di rosa” di Fabrizio De André e “Questi posti davanti al mare” di Ivano Fossati.
10. "L'eterno movimento", 2001Dopo la vittoria di due anni prima al Festival di Sanremo con “Senza pietà” e l’omonimo disco, tra i più grandi successi della sua carriera (doppio Disco di platino per l’equivalente di 200 mila copie vendute), Anna Oxa torna a sperimentare, con l’aiuto di musicisti internazionali come Tony Levin e Will Malone. Ma rispetto ad “Anna non si lascia”, uscito cinque anni prima, lo fa con canzoni dalla forma più pop: “Io sarò con te” ha un ritornello da hit (non lo diventerà, però), la stessa “L’eterno movimento” è iper sanremese (e non a caso la presenta al Festival, dove però si classifica decima).
9. "Proxima", 2010Anna Oxa non pubblicava un album di inediti addirittura da sette anni, quando nell’autunno del 2010 fa uscire “Proxima”: mai un intervallo così lungo nella sua discografia tra un lavoro e quello successivo. Il ritorno in grande stile dell’iconica diva è nel segno di Ivano Fossati, che a distanza di trentadue anni dall’ultima collaborazione con Anna Oxa torna a scrivere per lei: il singolo “Tutto l’amore intorno” porta la sua firma. Ed è un piccolo gioiellino che permette all’album di debuttare al quarto posto in classifica: non male. Fossati non è l’unico autore di peso coinvolto in “Proxima”. “Apri gli occhi” e “Dopo la neve” sono firmate da Pacifico, “La tigre” è invece di Francesco Bianconi dei Baustelle, che tredici anni più tardi tornerà a scrivere per la Oxa co-firmando “Sali (Canto dell’anima)”. Cinque anni dopo la disturbante - e sottovalutata - “Processo a me stessa”, Anna Oxa torna pure in gara al Festival di Sanremo con “La mia anima d’uomo”, tra rock e sinfonia, viene eliminata prima della finale. Ad ogni modo con questo disco si conferma una coraggiosa sperimentatrice, spaziando dal country di “Scarpe con suole di vento” (con un giro di chitarra che ricorda tanto quello di “Don’t tell me” di Madonna) a un pezzo enigmatico come “Haiku”.
8. "Per sognare, per cantare, per ballare", 1983A cinque anni dall’esordio, Anna Oxa si affida a Mario Lavezzi, già membro dei Camaleonti, dei Flora Fauna Cemento e de Il Volo, nonché artefice dei successi di Loredana Bertè - con la quale rivaleggia - e Marcella Bella. La diva Oxa comincia a splendere: l’album segna una svolta per la cantante, che si presenta stavolta con un look più sofisticato ed elegante rispetto a quello aggressivo e androgino degli anni precedenti. E comincia a mettere alla prova la sua voce, spaziando da pezzi come “Senza di me” (cover di “What about me” dei Moving Pictures, firmata da Oscar Avogadro) alla lisergica “Hi-fi”.
7. "La mia corsa", 1984Ad aprire l’album è “Non scendo”, che segna la terza partecipazione di Anna Oxa in gara al Festival di Sanremo, dopo il secondo posto di “Un’emozione da poco” nel 1978 e il decimo di “Io no” nel 1982. La cantante, sempre sotto la guida di Mario Lavezzi, continua a flirtare con sonorità new wave. Tra gli autori coinvolti ci sono anche Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone, che l’anno precedente avevano “regalato” a Loredana Bertè quel gioiellino de “Il mare d’inverno”: la loro “Colpo di fulmine” non è esattamente all’altezza della hit della collega, ma impreziosisce un disco che fotografa l’ulteriore crescita di Anna Oxa.
6. "Oxa", 1985È ancora il palco del Teatro Ariston ad ospitare una nuova trasformazione di Anna Oxa: nel 1985 la cantante si ripresenta in gara per la quarta volta con “A lei”, frutto della collaborazione con Roberto Vecchioni, che sei anni prima, nel 1979, aveva affiancato Gianna Nannini in “America”, l’album che - complice la hit “America” - rese la rocker senese un fenomeno pop. Negli arrangiamenti e nei suoni la Oxa si addentra ancor di più nei territori del rock - ascoltare pezzi come “Francesca (Con i miei fiori)” e “Parlami”, su tutti - anche grazie alla presenza in sala d’incisione di musicisti come il batterista Lele Melotti (aveva già suonato in “Siamo solo noi”, “Vado al massimo” e “Bollicine” di Vasco Rossi e in “Kamikaze rock ’n’ roll suicide” di Donatella Rettore) e Mauro Paoluzzi (già nei Formula 3 e in “America” di Gianna Nannini).
5. "Pensami per te", 1988Anna è diventata grande e lo canta in pezzi, frutto della collaborazione con autori e musicisti come Adelio Cogliati, Franco Ciani e Piero Cassano dei Matia Bazar, al suo fianco già nel precedente “È tutto un attimo”, come l’impegnativissima - non impegnata, attenzione - “Quando nasce un amore” (presentata in gara a Sanremo, dove si deve accontentare del settimo posto - si prenderà una rivincita vincendo la kermesse l’anno successivo in coppia con Fausto Leali con “Ti lascerò”), che richiede doti che vanno al di là della tecnica vocale, interpretative soprattutto, “Attraversarti l’anima”, “C’è ancora un’avventura” e “Oltre la montagna”, quest’ultima scelta come sigla di “Fantastico” 1988, che vede la Oxa debuttare come conduttrice.
4. "Senza pietà", 1999Dopo il sodalizio artistico - e sentimentale - con Gianni Belleno dei New Trolls, Anna Oxa riparte da zero, o quasi. E lo canta in “Come dirsi ciao”, che sembra alludere alla separazione. “Senza pietà” è il primo lavoro della Oxa a presentare un nuovo team di collaboratori: la cantante torna a lavorare con Fio Zanotti, già al suo fianco dieci anni prima in “Tutti i brividi del mondo”, e nel disco suonano anche turnisti di grande esperienza come il bassista Paolo Costa (Giuni Russo, Mango, Eugenio Finardi), il batterista Lele Melotti, i chitarristi Paolo Gianolio (Ivan Graziani, Loredana Bertè, Vasco Rossi, Mina) e Phil Palmer (Lucio Battisti, Claudio Baglioni). Tra gli autori anche Kaballà e Alberto Salerno (sue già “Io vagabondo” dei Nomadi, “Bella da morire” degli Homo Sapiens, “Terra promessa” di Eros Ramazzotti e “Lei verrà” di Mango), che firma “Senza pietà”, con la quale proprio nel 1999 Anna Oxa vince per la prima volta da solista il Festival di Sanremo. Il risultato è un buon disco in cui la diva unisce pop-rock alle velleità artistiche più elevate, diciamo così (“Che cosa dire di te” è una canzone che parla del tema dell’omosessualità femminile).
3. "È tutto un attimo", 1986Quando incide questo disco, Anna Oxa è al massimo del suo splendore. A soli 25 anni è già una navigata popstar che ha cambiato pelle almeno quattro volte. “È tutto un attimo”, la canzone che dà il titolo all’album, con lo zampino di Adelio Cogliati (che in quei mesi contribuiva con “Una storia importante” e “Adesso tu” alla nascita della stella Eros Ramazzotti), è destinata a diventare uno dei cavalli di battaglia della diva. E pezzi come “L’ultima città” (che presenta in gara al Festivalbar), “Sera di dicembre” e “Cielo di cristallo” la confermano come un’interprete di spessore magnifico.
2. "Tutti i brividi del mondo", 1989La vittoria al Festival di Sanremo con “Ti lascerò”, in coppia con Fausto Leali, infonde nella diva un’ulteriore dose di autostima (come se le mancasse). Quattro mesi dopo la fine della kermesse, la Oxa spedisce nei negozi questo album, anticipato dall’omonima canzone, con un’interpretazione da standing ovation anche a distanza di trentacinque anni. “Tutti i brividi del mondo” è solo uno dei tanti gioiellini contenuti nel disco, prodotto da Fio Zanotti, che vede anche la partecipazione - come autore e compositore - di Vittorio De Scalzi dei New Trolls. Proprio con la band di “Concerto grosso” la cantante farà dopo l’uscita dell’album una serie di concerti, che rivivono nel 1990 nel disco dal vivo “Oxa live con i New Trolls”.
1. "Oxanna", 1978Pezzi come “Un’emozione da poco” e “Fatelo con me” valgono da soli il prezzo dell’intero biglietto. Era il 1978 quando l’allora sedicenne Anna Oxa venne spedita dalla RCA Italiana in gara al Festival di Sanremo, praticamente da semisconosciuta al pubblico e agli addetti ai lavori. Dalla sua aveva un gran pezzo scritto da Ivano Fossati, in quel periodo autore di riferimento delle grandi dive della canzone italiana, da Loredana Berté a Patty Pravo. Arrivò seconda. Fossati nel disco firma anche “Se devo andare via” e “Fatelo con me”, una canzone dalle sonorità new wave sul tema del sadomasochismo che a distanza di quarantacinque anni dalla sua uscita resta una delle più coraggiose mai cantate da un’artista donna in Italia (nel 2021 Rachele Bastreghi dei Baustelle ne inciderà una cover per il suo disco solista “Psychodonna”). In queste dieci tracce c’è già tutto quello che Anna Oxa sarebbe diventata nei cinquant’anni successivi.
Anna Oxa, guida alla discografia della diva
