Succede che cinque ragazzi (Matt Berninger, i gemelli Dessner e i gemelli Devendorf) si incontrano a New York. Succede che questi virgulti hanno una propria esperienza musicale – chi di lungo corso, chi da novizio – e che dopo il lavoro prendono l’abitudine di ritrovarsi in qualche scantinato a provare qualche accordo, qualche cover, qualche canzone. La loro alchimia funziona, tanto da convincerli ad autoprodurre (su etichetta Brassland Record) il loro primo album. Musicalmente i The National partono dal solco dell’indie-rock con sfumature country, per poi prendere diverse direzioni (punk, pop, melodico, elettronica) senza perdere la freschezza dei primi giorni passati in uno scantinato a strimpellare. Per la band la data chiave è il 2001, anno di uscita del primo album (omonimo). Le tracce mostrano da subito sonorità indie rock e country, fuse in chiave soprattutto acustica e minimale. Il debutto, pur arduo, è positivo: la critica li accoglie benevolmente e un significativo seguito di pubblico li segue nei loro primi live nella Grande Mela. Sad Song for Dirty Lovers (2003, secondo album) è un netto passo avanti negli arrangiamenti, nei testi divenuti più maturi e fluidi, e nella varietà stilistica – ci si addentra nel punk, nel pop e nell’elettronica – senza perdere la freschezza degli esordi. La nuova casa discografica (Beggars Banquet) li porta ad Alligator (2005) ma soprattutto a Boxer (2007), forse l’album della loro definitiva consacrazione nel mondo indie. Boxer riunisce in 43 minuti non solo il meglio dei The National ma offre una diversa prospettiva sia delle liriche che degli arrangiamenti: molto più dark, molto più riflessivo e cupo, Boxer è il lasciapassare per l’oltre oceano – saranno gruppo spalla dei Rem nei loro show europei – e per una nuova ed entusiasta fetta di pubblico. Chi, a questo punto, si aspettava una comprensibile deriva pop e mainstream resterà – fortunatamente – deluso: High Violet (2010) manterrà un ottimo livello compositivo, mostrando comunque arrangiamenti più ariosi e curati. Un album più di conferma che di sperimentazione, più di continuità che di strappo. Trobule will find me (2013) continua nel solco della tradizione dei The National, nella maturità (definitiva?), nelle atmosfere e negli stilemi. Per la gioia dei tanti fan italiani, quest’estate la band è impegnata in alcune date dal vivo nel nostro Paese. Da segnalare la special guest che accompagna i The National nella serata del Lucca Summer Festival (per conoscere tutte le date del festival vedi il box dedicato all’interno del calendario musica): si tratta di Cat Power, una delle più grandi cantautrici della scena alt-rock americana. Sonorità dark folk condite da una patina melanconica danno alla sua voce un tocco inconfondibile ed eterno. Giunta oramai al suo nono album solista, Cat Power fonde la tradizione di Sinead O’Connor e Patti Smith raccontando storie toccanti, fatte di debolezza, di messa a nudo imbracciando una chitarra e raccontando un tormentato racconto di vita. La sua vita, che assomiglia tanto alla nostra. (Stefano Pahor)
The National
22 luglio Ferrara, Piazza Castello – Ferrara Sotto Le Stelle
25 luglio Vasto (Ch), Piazza del Popolo – Siren Fest
26 luglio Lucca, Piazza Napoleone – Lucca Summer Festival
29 luglio Gardone Riviera (Bs), Anfiteatro del Vittoriale